Tre ore e mezza di partita, tempi ed emozioni supplementari: finisce a pochi minuti dall’una di notte la finale del Four Helmets Trophy, con il successo del Team Eagle Usa sul Blue Team (22-20). Esultano i collegiali statunitensi e alzano al cielo una Mediterranean Cup, consegnata dal vice presidente della federazione europea, Michel Baum, che scivola clamorosamente dalle mani dell’Italia di Brock Olivo nei secondi finali del quarto periodo. E poi ancora nell’extra-time. Ma gli americani si salvano una, due, tre volte e poi fanno il passo decisivo con touchdown e trasformazione da due punti, quando ormai è notte fonda. Esultano come se avessero vinto i Mondiali, gli ospiti, che alzano orgogliosi la bandiera a stelle e striscie, e in effetti è una vittoria che ha i tratti dell’impresa, in un supplementare avvincente che ha tenuto i 1200 spettatori dello stadio ‘Bernardi’ tutti insieme appassionatamente per quasi quattro ore a incitare il Blue Team. La tribuna era completamente azzurra, ma in questo i colori biancoblù dei Warriors Bologna – organizzatori dell’evento, che vuole diventare un appuntamento fisso – hanno sicuramente aiutato. Il Blue Team, appunto, il meglio di quanto offre il football nostrano che dovrà fungere da traino per tutto il movimento, come auspica il presidente federale Orlando in attesa dell’ingresso nel Coni.

Al kick-off le due rappresentative arrivano con un risultato simile nei confronti della Slovenia: 60-0 per gli italiani, 53-0 per gli americani. In avvio gli Azzurri stentano in fase offensiva, ma dietro la difesa del capitano Chiappini (Warriors) non concede nulla. Nel secondo quarto uno dei pochi lanci del quarterback Willingham, eletto miglior giocatore del torneo, regala il vantaggio per lo 0-6 con cui si va all’intervallo. Nella ripresa salgono i toni e l’Italia pareggia i conti con la ricezione di un Guerriero doc come Mattia Parlangeli, e poi Vergazzoli trasforma: è sorpasso. Con le corse di Petrone il Blue Team guadagna terreno, va in meta sull’asse Monardi-Arioli e trasforma da uno per il 14-6 a 2’ dal termine. Tempo sufficiente, però, per gli ospiti che guadagnano i supplementari. Si inizia con gli Usa all’attacco, ma la Nazionale non corre rischi e anzi in tre occasioni cerca il field goal risolutore con Vergazzoli, uno dei maggiori prospetti, senza però andare a bersaglio. E così al quarto overtime il Team Eagle assesta il colpo del ko.

Il Resto del Carlino - Lunedì 19 luglio 2010

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