Fabio Strazziari cura la difesa, Carlo Cavazzoni l’attacco. No, niente a che fare con i Celtics che nel 2008 hanno vinto il titolo Nba, allenati da Doc Rivers con il prezioso contributo dell’assistente Tom Thibodeau che si occupava della fase difensiva. Nessun nesso tra Boston e Corticella, dove ‘la strana coppia’ – come si definiscono loro stessi, Strazziari è il Jack Lemmon della situazione, Cavazzoni invece sarebbe Walter Matthau – è alla guida degli Stars in C Regionale. Nella passata stagione hanno ottenuto la salvezza senza passare dai playout, un risultato al di sopra di ogni aspettativa per una squadra giovane e allestita senza spese.
“Mi è stato proposto questo ruolo accanto a Carlo, che era all’esordio da senior. L’idea è nata spontanea e ora lavoriamo in cooperativa come in una squadra di college di football americano. Ma ci vuole un bel feeling, se no è difficile riuscire a realizzare una collaborazione così intensa. I giocatori ascoltano sia l’uno sia l’altro e l’idea è carina, innovativa”, spiega Strazziari, venticinque anni in tutte le categorie dalla C Regionale al minibasket. “Amiamo definirci allenatori underground. Non abbiamo un nome, siamo abituati a soffrire e abbiamo la stessa mentalità: ci piacciono i giocatori ruspanti e preferiamo la grinta al talento. A livello tecnico, però, lui preferisce l’attacco, io la difesa: l’uno non interferisce nel lavoro dell’altro e anzi, tra noi c’è un interscambio continuo”, puntualizza il vice, che ha allenato anche Malpighi, Gandino, Trebbo, Giardini Margherita e Sport Insieme. “Nell’ultima stagione – continua – ci siamo divertiti veramente. Il ricordo più bello di sempre in panchina, però, risale a ventiquattro anni fa: ero l’assistente di John Fultz e vincemmo lo spareggio per salire dalla serie D contro Anzola al Paladozza, davanti a 1500 spettatori”. Cavazzoni e Strazziari si conoscevano perché lavorano entrambi nel sociale. “Io faccio l’educatore mentre Carlo è responsabile di una casa famiglia. È un lavoro faticoso, anche sotto l’aspetto psicologico, e ad allenamento cerchiamo di dividerci i compiti per tenere alta l’intensità”.
Il modello da football americano è piaciuto subito a Cavazzoni, che nel 1991 ha giocato nei Phoenix San Lazzaro, arrivando fino al Superbowl. “Giocavo tight-end, ma saltai la finale con i Giaguari, a Monza, perché ero infortunato. Ho grande rispetto per Fabio e non l’ho mai considerato un assistente, e poi è una figura storica degli Stars: ha allenato qui tanti anni e sua madre è stata anche presidente della società”, spiega l’allenatore delle ‘stelle’, che ricopre attualmente anche l’incarico di presidente. Al football, però, Strazziari preferisce il baseball. È una delle voci, infatti, della Fortitudo e non perde una gara, che sia al ‘Falchi’ o in giro per l’Italia. “Faccio il radiocronista e dalla prima partita che ho visto nel 1982 seguo sempre la squadra in casa e in trasferta, dal primo all’ultimo inning”. La missione della strana coppia, ora, è di portare gli Stars ai playoff.
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