La domenica il paese si ferma: c’è la Veni che gioca in casa. La palla a due è alle 17,30 ma è bene arrivare con anticipo per non correre il rischio di restare in piedi: al PalaConta, quest’anno, ci sono state punte di 250 spettatori. Numeri di tutto rispetto per una società come quella di San Pietro in Casale, nata nel lontano 1954.

Per chi scende in campo l’atmosfera è speciale. “La Veni in casa è un appuntamento che ormai è entrato nella testa di tutti. Siamo otto ragazzi di San Pietro più due under da Cento, un super gruppo che si è creato negli anni in cui siamo tutti importanti e indispensabili, e nessuno percepisce nulla. Vengono morose, parenti, tanti amici e i giovani si avvicinano al basket: c’è un bel clima di paese e si divertono a vedere una squadra che lotta e ci dà sempre”, racconta Federico Mezzetti. Il play-guardia classe ‘83 di Poggetto, frazione di San Pietro, ha iniziato a dodici anni e poi non ha più lasciato la Veni. E il 15 gennaio si è tolto una soddisfazione particolare. “Bergami è capitano da dieci anni, ma quando abbiamo giocato contro il Nuovo Basket Estense era in ferie. Prima del riconoscimento il nostro dirigente accompagnatore mi ha detto sarei stato io a sostituirlo. Peccato, però: quella non è stata la mia migliore partita”. Mezzetti si è riscattato nell’ultima a Castel San Pietro, con 18 punti e canestri importanti nel finale. “Ci voleva, dopo un gennaio un po’ opaco. Venerdì c’erano quaranta tifosi al seguito e comunque ogni volta che giochiamo in Romagna viaggiamo in pullman per stare tutti uniti, giocatori e tifosi. Non c’è mai un posto vuoto”.

La Veni, partita per salvarsi, è ora quinta a due punti dal terzo posto ma con una gara da recuperare, l’atteso match con la Ghepard di Dan Gay. Ma prima dei risultati vengono il gruppo e altri valori. “Per noi la pallacanestro – continua Mezzetti – non è solo basket ma un’importante palestra di vita. Quando gioco sono concentrato e quasi mai nervoso: gioco davanti ad amici, morosa e alle mie tre bellissime nipotine”. Il numero sei della Veni è impegnato anche nel sociale. “In paese cerco di essere attivo in parrocchia, nel volontariato e di aiutare chi è meno fortunato. Questi valori poi cerco di metterli anche in campo. Una partita di basket non cambia la vita, vale di più un sorriso e dare il buon esempio. Mi piace l’Eurolega, tifo Virtus e adoravo Jaric e Ginobili, seguo molto le minors ma il mio sogno nel cassetto è un altro. Spero che la squadra, la mia Veni, riesca a trasmettere un esempio, un modello di vita ai nostri giovani”.

Il Resto del Carlino - Giovedì 11 febbraio 2010

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