“Io ti vorrei assolutamente nella mia squadra. Però…” C’è un però nella chiamata di Piero Millina ad Emiliano Neri. È luglio, il coach della Virtus Medicina si sta muovendo per allestire la formazione per l’anno successivo e contatta quel giocatore che aveva allenato anni prima a Modena, in B. “Però – aggiunge schietto e diretto – devi tornare in forma, altrimenti non mi servi”. A quarant’anni appena compiuti, al bivio tra smettere o continuare, Neri ci pensa su e poi accetta la sfida. E ora non solo Emiliano sta beneficiando di quella scelta.

Una settimana fa Medicina era prima. Risultato impressionante, no?
“È il frutto del lavoro. Siamo partiti per salvarci, con giocatori teoricamente inferiori ad altre squadre, ma giorno per giorno, questo gruppo che si sbatte e lavora sodo in palestra sta ottenendo risultati sulla carta proibitivi. Tutti i giovani sono molto disponibili, ascoltano e accettano consigli da uno come me che di pallacanestro ne ha vista tanta”.

A Medicina ha ritrovato coach Millina.
“Con lui ho sempre avuto un buon rapporto, quasi di amore-odio. Difficilmente ti dice ‘bravo’: se puoi dare dieci e dai nove e mezzo lui ti sgrida perché vuole di più. Anche adesso che ho quarant’anni, se faccio errori o potrei fare meglio, è lì pronto a riprendermi”.

In estate l’ha cercata.
“Ero a un bivio. Poi Piero quando mi ha chiamato mi ha detto che per lui potevo essere ancora un giocatore determinante e con lavoro individuale e costante mi sono impegnato per arrivare alla preparazione atletica in buona forma. Andavo a correre tutte le mattine e ho cambiato regime alimentare. E da lì è nato il primo contratto a peso della categoria”.

Un po’ come Eric Williams, a Pesaro.
“Non seguo molto l’A1”.

Eppure ci ha giocato.
“A diciassette anni ho fatto la prima panchina con la Fortitudo, poi sono entrato in pianta stabile in squadra, giocando sempre di più. L’ultimo anno è stato il 1992, quello della promozione in A1. Poi ho giocato in varie squadre, ma sempre in regione perchè sono molto legato alla mia terra”.

Quest’anno si è rimesso in gioco.
“Piero e Medicina sono stati i fattori per ritrovare gli stimoli persi ultimamente. Ho smaltito più di venti chili, è una cosa positiva per la salute e per tutto, e voglio continuare. Questo, poi, mi permette di essere più dinamico in una squadra come la nostra, che fa della corsa la sua forza. Anche adesso, al di fuori degli allenamenti, cerco di ritagliarmi altri spazi per quanto il lavoro me lo concede. Sto bene e cerco di non ricadere nei vizi, poi grossi stimoli in questo senso arrivano anche dai compagni: è veramente un buon gruppo. Nel tempo libero divoro solo libri: leggo tantissimo, qualsiasi genere”.

Per quanti altri anni la vedremo sui campi della regione?
“Gioco a basket da quando, a dieci, iniziai a Zola Predosa. Adesso mi diverto ancora e ho ritrovato la stessa voglia di quando ne avevo venti. Potrei continuare per uno, due o dieci anni: finchè qualcuno mi darà fiducia, io sarò il più contento di tutti”.

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