“Quando fai questo lavoro di professione, che tu sia a Gela o a New York, basta avere una palestra, una squadra ed è quello che ti dà soddisfazione”. A Gela, perché no? Tiziano Tarquini nel dicembre 2008 si è trasferito in Sicilia. Per allenare, ovviamente. E alla guida del Basket Gela, in C Dilettanti, l’ex allenatore delle giovanili della Fortitudo, di Castel Maggiore e Medicina si sta divertendo parecchio. “L’anno scorso siamo stati battuti ai supplementari da Potenza, la più forte del girone: per un canestro non abbiamo vinto il campionato. Adesso siamo secondi e vorremmo riprovarci”.
Davanti in classifica c’è solo la nobile decaduta Capo d’Orlando, che finora ha perso una sola volta. “Abbiamo inaugurato il palasport nuovo contro di loro e c’erano 1800 persone. I miei giocatori aspettavano la sfida da inizio stagione e li abbiamo battuti giocando una partita incredibile: è stata l’apoteosi, una gara veramente bella da vivere. Poi abbiamo pagato dazio a Cosenza, perdendo proprio male”. Il fattore campo è una costante. “A Gela si vive bene e la gente è molto cordiale. C’è interesse, passione e pressione, le tv che ci seguono e mi sembra di essere un allenatore di serie A. E ovunque vai trovi campi ostici e pubblici calorosi, un po’ come nei nostri campionati di vent’anni fa, ed è veramente piacevole. Vivono lo sport in modo sanguigno e ne succedono di tutti i colori a ogni partita”.
A volte capita anche di incrociare volti noti. “La cosa più bella mi è capitata l’anno scorso: mi sono ritrovato due miei ex giocatori, entrambi di Bologna, come arbitri. E mi hanno anche fatto perdere, arbitrando malissimo”, scherza coach Tarquini, che aveva iniziato la carriera come allenatore-giocatore anni fa in Promozione a Bologna, nello Studio Lavoro Sport.
Appena ha un attimo di tempo il tecnico classe 1956 torna sotto le Due Torri, come nello scorso weekend quando la sua squadra riposava. “Siamo sparsi in un raggio di tanti chilometri, che solo per fare un’amichevole c’è da fare tanta strada. A Bologna la sera è più facile confrontarsi con amici, colleghi, vedere partite: questo mi manca sicuramente. Ma negli ultimi tempi vedere la Fortitudo in questa situazione e altre società in difficoltà o che spariscono mi fa male e forse preferisco ricordare Bologna com’era una volta. Qua sono più ‘abbandonato’ a me stesso ma è un modo per mettermi in discussione e vedere i miei limiti”. Il futuro, per ora, è a Gela. “Ho un contratto per un altro anno, stiamo facendo bene e la società è contenta. Un domani si vedrà”.

Il Resto del Carlino - Giovedì 28 gennaio 2010

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