Il Cairo, 30 novembre 2009: Mariella Chiappelli e l’età dell’oro. Ai campionati del mondo di Forme di Taekwondo l’atleta bolognese ha vissuto l’emozione più grande, ottenendo la medaglia d’oro nel sincro in coppia con Andrea Notaro. Un traguardo meraviglioso per Mariella, nata ad Ankara nel 1968 ma sotto le Due Torri da più di vent’anni. Ma il traguardo è storico anche e soprattutto per il movimento tricolore: quello ottenuto in Egitto è il primo oro nelle Forme ottenuto dall’Italia. “A metà novembre avevo vinto l’argento agli Europei – racconta Mariella – e sinceramente ai Mondiali puntavo al bronzo. I primi turni non sono andati benissimo, perchè quando si sale sul quadrato per la prima volta c’è sempre un fattore emotivo e si scivolava. E all’inizio non siamo riusciti ad esprimerci al meglio, poi siamo andati in crescendo”.
Le forme, ovvero movimenti a vuoto, calci e posizioni estremamente stilizzate; la giuria giudica la perfezione tecnica e la potenza a vuoto. E la coppia d’oro Notaro-Chiappelli in finale ha espresso la migliore prova di sempre. “Ci alleniamo insieme dal 2006, anche se è abbastanza difficile perché lui è di Roma: lavoriamo sulla sincronia quando ci vediamo ai raduni durante l’anno e individualmente contando con i tempi mentali. I risultati migliori erano state le medaglie di bronzo nel 2006 e 2007 ai Mondiali in Corea, mentre l’anno scorso non eravamo neanche andati sul podio. Questo è assolutamente il momento più alto della carriera e con questa gara posso dire di aver realizzato il mio sogno nel cassetto. Dedico la vittoria al maestro Vignudini, ad Andrea, al maestro Park e alla Fita che ci aiuta tantissimo”.
Una soddisfazione dietro l’altra, in Egitto. “Mi hanno eletta miglior atleta femminile e non me l’aspettavo assolutamente. C’erano delle ragazze bravissime e più che altro penso che sia stato un premio… alla carriera”, spiega Mariella, che nella vita di tutti i giorni insegna italiano ai ragazzi stranieri in due scuole a Bologna.
Il segreto per una carriera costellata di successi, tra cui l’oro agli Europei del 2005, è l’allenamento. “Da quando ho iniziato a fare taekwondo nel 1981 mi alleno sempre almeno tre o quattro volte a settimana: la cosa più importante è avere un allenamento costante. In passato combattevo, adesso continuo a fare forme finchè ne ho voglia e mi diverto, ma poi mi dedicherò di più ad arbitrare e insegnare”. E dire che il primo contatto col taekwondo, in Turchia, era stato quasi casuale. “Avevo dodici anni e la mamma voleva che io e mia sorella imparassimo a difenderci. Ma non ho mai usato il taekwondo per la difesa personale, è meglio allenarsi a correre veloce più che cercare di reagire a un’aggressione”.

Il Resto del Carlino - Giovedì 10 dicembre 2009

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