Tutto in una settimana: domani a Montecchio, sabato 20 in casa con la Bsl e nel mezzo il recupero con il Guercino. Parte la rincorsa all’ottavo posto dei Giardini Margherita, che potranno contare anche sul rientro di Saverio Nero. Trentanove anni compiuti a gennaio, 197 centimetri d’altezza, l’ala-pivot originaria di Barletta crede nella corsa alla salvezza. “Preferirei andare ai playoff, così il campionato si accorcia. I playout sarebbero una corsa abbastanza lunga, e con la schiena che mi porto dietro… Ho praticamente due vertebre schiacciate e i dottori mi hanno consigliato di stare fermo in eterno. Ma quel che mi porta a giocare, oltre alla passione e alla voglia, è il rapporto con il bellissimo gruppo di compagni di quest’anno. Stiamo giocando bene, la posizione in classifica è buona ed è grazie anche a coach Zanini, che ci dà sempre stimoli. Adesso, però, dobbiamo pensare a Montecchio”.
Nero è la chioccia e il bomber della squadra. “La stagione sta andando bene anche a livello personale: gioco, mi diverto, faccio canestro – il che non è mai male – e aiuto gli altri a crescere. Dopo essermi rotto il ginocchio nel 2002 e aver smesso di giocare per cinque anni, ho ricominciato a livello amatoriale, facendo una stagione nel Csi. Abbiamo vinto il campionato, mi è tornata la voglia, ho deciso di tornare a giocare e per farlo, visto che ero andato molto in sovrappeso, ho perso 26 chili. Conoscendo Emiliano Neri sono arrivato ai Giardini e grazie a Simone Motola ho ripreso a giocare”.
E così riecco ‘The Killer’, come lo chiamavano ai tempi di Forlì. “I sei a Forlì, in cui siamo passati dalla C1 alla B2, sono stati i miei anni migliori. Nel 1994 sono stato anche il quarto miglior realizzatore di tutta la B2 in Italia e abbiamo sfiorato la promozione in B1”.
Ma gli anni più importanti sono quelli a Bologna, in Virtus. “Quello che so fare a livello cestistico lo devo in maniera assoluta a Ettore Messina. Quei tre anni in Virtus, dal 1987 al 1990, sono stati fondamentali dal punto di vista umano, nonostante Ettore a livello giovanile fosse una persona molto dura. Quegli anni sono serviti a formare il mio carattere”.
Agente di commercio nell’ambito della sicurezza, tifoso di Milano e dei Lakers, fan di Esposito (“Vincenzo era un giocatore esaltante, che dava carica”), è padre di Michael. “Seguo con interesse mio figlio che gioca nell’under 14 di Marco Sanguettoli. Anche per lui spero ci possano essere anni positivi in Virtus”.
Il Resto del Carlino - Giovedì 11 marzo 2010
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